domenica 31 marzo 2013
sabato 30 marzo 2013
CON UNA ROSA
CON UNA ROSA (Vinicio Capossela)
Con una rosa hai detto
vienimi a cercare
tutta la sera io resterò da sola
ed io per te
muoio per te
con una rosa sono venuto a te
bianca come le nuvole di lontano
come la notte amara passata invano
come la schiuma che sopra il mare spuma
bianca non è la rosa che porto a te
gialla come la febbre che mi consuma
come il liquore che strega le parole
come il veleno che stilla dal tuo seno
gialla non è la rosa che porto a te
sospirano le rose nell'aria spirano
petalo a petalo mostrano il color
ma il fiore che da solo cresce nel rovo
bianco non è il dolore
rosso non è l'amore
il fiore solo è il dono che porto a te
rosa come un romanzo di poca cosa
come la resa che affiora sopra al viso
come l'attesa che sulle labbra pesa
rosa non è la rosa che porto a te
come la porpora che infiamma il mattino
come la lama che scalda il tuo cuscino
come la spina che al cuore si avvicina
rossa così è la rosa che porto a te
lacrime di cristallo l'hanno bagnata
lacrime e vino versate nel cammino
goccia su goccia, perdute nella pioggia
goccia su goccia le hanno asciugato il cuor
portami allora portami il più bel fiore
quello che duri più dell'amor per sé
il fiore che da solo non specchia il rovo
perfetto dal dolore
perfetto dal suo cuore
perfetto dal dono che fa di sè
vienimi a cercare
tutta la sera io resterò da sola
ed io per te
muoio per te
con una rosa sono venuto a te
bianca come le nuvole di lontano
come la notte amara passata invano
come la schiuma che sopra il mare spuma
bianca non è la rosa che porto a te
gialla come la febbre che mi consuma
come il liquore che strega le parole
come il veleno che stilla dal tuo seno
gialla non è la rosa che porto a te
sospirano le rose nell'aria spirano
petalo a petalo mostrano il color
ma il fiore che da solo cresce nel rovo
bianco non è il dolore
rosso non è l'amore
il fiore solo è il dono che porto a te
rosa come un romanzo di poca cosa
come la resa che affiora sopra al viso
come l'attesa che sulle labbra pesa
rosa non è la rosa che porto a te
come la porpora che infiamma il mattino
come la lama che scalda il tuo cuscino
come la spina che al cuore si avvicina
rossa così è la rosa che porto a te
lacrime di cristallo l'hanno bagnata
lacrime e vino versate nel cammino
goccia su goccia, perdute nella pioggia
goccia su goccia le hanno asciugato il cuor
portami allora portami il più bel fiore
quello che duri più dell'amor per sé
il fiore che da solo non specchia il rovo
perfetto dal dolore
perfetto dal suo cuore
perfetto dal dono che fa di sè
lunedì 25 marzo 2013
CHALLAH
Il Sabato (Shabbat) è la ricorrenza più importante dell'Ebraismo. A questa festività è associato un pane (challah o halla) dal sapore leggermente dolce e dall'impasto molto soffice.
Il venerdì, subito dopo il tramonto del sole, gli ebrei recitano una preghiera di ringraziamento a Dio per aver creato il mondo e per essersi riposato nel settimo giorno. Durante questo rito (kiddush) si benedicono il vino e il pane. Tradizionalmente sulla tavola dello shabbat sono presenti due pani intrecciati che simboleggiano il legame coniugale e che ricordano la doppia porzione di manna che Dio elarg' agli israeliti nel deserto alla vigilia del sabato e delle feste. Durante la benedizione, la challah viene coperta con un panno ricamato e, alla fine, il capofamiglia spezza un pane in piccole parti, vi sparge sopra un po’ di sale e l'offre ai commensali.
Le uova , l'eventuale zafferano e il miele conferiscono al''impasto un colore e un odore che ricordano il colore giallo e il sapore dolce della manna.
La challah nrmalmente viene cosparsa di semi di papavero o di sesamo in ricordo del fatto che la manna cadeva dal cielo sotto forma appunto di piccoli granelli. Per determinate festivita', come il Capodanno, viene preparata in forme diverse, ad esempio a cerchio o a spirale, per simbolizzare la continuita' e l'infinito. In questo caso vengono anche aggiunte uvette.
La challah non contiene nè burro nè latte ed è comunque adatta anche per la colazione o la merenda. Nel mio caso, non avendo a casa i semi di papavero, l'ho cosparsa di zucchero in granella. La ricetta l'ho tratta dal blog di Sandra Kavital (Le Pétrin) ma, non sapendo che tipo di farina è la T65 per i francesi, ho usato una farina biologica tipo1( buratto).
Al posto dell'olio neutro vegetale, così come genericamente indicato, ho usato un olio extravergine di olivo dal gusto leggero.
Il venerdì, subito dopo il tramonto del sole, gli ebrei recitano una preghiera di ringraziamento a Dio per aver creato il mondo e per essersi riposato nel settimo giorno. Durante questo rito (kiddush) si benedicono il vino e il pane. Tradizionalmente sulla tavola dello shabbat sono presenti due pani intrecciati che simboleggiano il legame coniugale e che ricordano la doppia porzione di manna che Dio elarg' agli israeliti nel deserto alla vigilia del sabato e delle feste. Durante la benedizione, la challah viene coperta con un panno ricamato e, alla fine, il capofamiglia spezza un pane in piccole parti, vi sparge sopra un po’ di sale e l'offre ai commensali.
Le uova , l'eventuale zafferano e il miele conferiscono al''impasto un colore e un odore che ricordano il colore giallo e il sapore dolce della manna.
La challah nrmalmente viene cosparsa di semi di papavero o di sesamo in ricordo del fatto che la manna cadeva dal cielo sotto forma appunto di piccoli granelli. Per determinate festivita', come il Capodanno, viene preparata in forme diverse, ad esempio a cerchio o a spirale, per simbolizzare la continuita' e l'infinito. In questo caso vengono anche aggiunte uvette.
La challah non contiene nè burro nè latte ed è comunque adatta anche per la colazione o la merenda. Nel mio caso, non avendo a casa i semi di papavero, l'ho cosparsa di zucchero in granella. La ricetta l'ho tratta dal blog di Sandra Kavital (Le Pétrin) ma, non sapendo che tipo di farina è la T65 per i francesi, ho usato una farina biologica tipo1( buratto).
Al posto dell'olio neutro vegetale, così come genericamente indicato, ho usato un olio extravergine di olivo dal gusto leggero.
- 30 g di zucchero
- 1 cucchiaino di sale
- 2 uova intere
- 2 tuorli
- 30 g di olio
- 210 ml di acqua
- zucchero in granella
- 1 albume per pennellare la superficie
- 520 g farina buratto tipo 1
- 5 g lievito secco istantaneo
In una ciotola mescolare la farina con il sale e il lievito e trasferire il tutto sul tavolo da lavoro.
In un'altra ciotola frullare le uova intere, i tuorli e l'acqua e versare il tutto al centro della fontana di farina.
Impastare la pasta per almeno 15' fino a che è risulta liscia ed elastica. Io ho seguito il metodo di Bertinet.
Formare una palla, ungerla bene con l'olio e metterla in una ciotola. Coperire con la pellicola da cucina.
Far lievitare per 60'.
Passata l'ora, sgonfiare l'impasto, riformare la palla e metterla di nuovo a lievitare fino a che il volume è quasi raddoppiato.
Versare l'impasto sul tavolo, tagliare in 6 parti di pari peso, formare i cilindri (il tavolo non deve essere infarinato) e poi intrecciare strettamente. La tecnica la vedete qui.
Trasferire la challah su una teglia foderata con cartaforno , far lievitare fin quasi a raddoppio del volume, spennellarla con l'albume battuto e cospargerla di semi di sesamo o di papavero.Io non ho usato i semi di papavero o di sesamo ma l'ho cosparsa di zucchero in granella.
Cuocere a 180° per 30'.
sabato 16 marzo 2013
LA DANZA DI KAYLEIGH
La mia buldogghina, prima di prendere un giochino di cui ha un po' paura, saltella e sembra che esegua una danza. Notare la leggerezza dei movimenti....chi ha detto che i bulldog sono cani che amano l'immobilità? Lei, quando gioca con un suo amico labrador, lo insegue e corre più veloce di lui.